La necessità di togliere un velo, ciò che probabilmente mancava perché la trasparenza, la genuinità gli appartengono. Eppure c’è qualcosa nell’intimo che non trapela e giunge il momento di “togliere lo scudo” per se stessi e per gli altri. Speaker radiofonico, autore, showman, influencer… Lui è Antonio Manganiello che si mette a nudo nel suo libro: “ALDILA’ DEL PALCO”, disponibile su Amazon sia in versione cartacea che digitale e le cui presentazioni partiranno dal prossimo ottobre. Mi precipito a contattarlo, anche a noi manca probabilmente l’ultimo tassello di un artista a 360°. Come sempre si presta gentilmente a raccontare, raccolgo le parole mentre una battuta strappa come sempre un sorriso in un discorso che stavolta mette in tavola la parte migliore.

 

Speaker radiofonico, autore, showman, influencer… Un percorso fatto di arte. E ora un libro: “ALDILA’ DEL PALCO”. Come ci arrivi? Cosa ti ha spinto a scrivere?

In realtà è da tempo che ci penso… Fino a giungere ad oggi, quando mi ha spinto proprio la necessità di far conoscere dopo tanti anni oltre all’artista, come sono dentro. Sono un artista senza filtri, sono realmente ciò che ascoltano in radio o che magari vedono in uno spettacolo, ma sentivo sempre di nascondere la parte più intima di me, ad un certo punto ho avvertito il bisogno di mostrarmi come sono interiormente, di mostrare cosa c’è dietro ciò che vedono, cosa c’è dietro allo “scudo artistico” come sacrifici, sofferenze, anche ciò che non ci si aspetta probabilmente, volevo mettermi a “nudo”. In questo libro leggeranno Antonio, non Antonio Manganiello. Ho avvertito il bisogno di togliere l’ultimo velo.


Di cosa parla e soprattutto cosa intendi trasmettere?

Parla fondamentalmente di tutte le sofferenze che ho dovuto superare dovute alla mancanza di mio padre che è morto quando avevo solo 8 anni, il libro è composto da 25 capitoli, la sua è una presenza costante in ognuno di essi, ho sempre avvertito la sua presenza spirituale, viene sempre menzionato. Naturalmente il libro è anche romanzato in esso si racconta tantissima verità ma ci sono anche cose che immagino, non reali. Tratto di vari argomenti come per esempio il mio amore per la musica e la mia grande passione per Franco Battiato che per me è stato una sorta di “profeta”, del mio amore per il mare, del mio amore per gli animali, parlo dei social, ma anche dell’ultimo scudetto del Napoli.


La radio parte fondamentale del tuo percorso, quanto ha influito nella tua vita?

Tantissimo. La radio mi ha letteralmente salvato la vita dal punto di vista della sopravvivenza, perché dopo la scomparsa di mio padre, avendo 8 anni, non sapevo come reagire. A volte ho addirittura pensato: Se non fosse scomparso, avrei fatto lo stesso la radio?”. A 15 anni ho visitato la prima radio, ho vissuto una grande emozione, da quel momento non me ne sono più liberato, è come se io avessi bisogno della radio e la radio avesse bisogno di me, è stata realmente una sorta di scudo, la radio mi ha salvato al 100% da tutto e da tutti.


Balza nel titolo la parola ALDILA’ e il suo indicare la vita ultraterrena. Come mai questo riferimento?

Ho utilizzato il termine ALDILA’, tra l’altro volutamente non virgolettato, per due motivi: innanzitutto far proprio intuire che è un libro che si sofferma sulla parte spirituale e poi perché si possa comprendere che tratta della parte interiore dell’artista, dell’uomo.


Una figura simbolica e importante del libro: “il viandante”. Quanta luce emana?

Fin da quando ero piccolo la mancanza di mio padre a un certo punto si faceva sempre più insistente, allora mi sono creato un amico immaginario e l’ho denominato “il viandante”, una figura che mi accompagnava ovunque. Ha donato e dona tantissima luce, soprattutto nelle sere più buie, nei momenti difficili è stato il mio faro.


Sottotitolo del libro: “La mia vita tra applausi, silenzi e rinascite potenti”. Proviamo a fare un bilancio. In che modo hanno influito tra loro e quale delle tre ha avuto una maggiore rilevanza?

Gli applausi sono fondamentali per un artista, rappresentano la soddisfazione più bella, sai che hai regalato per esempio una serata piacevole. Anche i silenzi sono fondamentali, soprattutto nei primi anni erano pieni di sofferenza, sempre per la mancanza di mio padre, poi sono stati propedeutici per il futuro. Ora li adoro, li cerco, mi voglio ascoltare, non sono più sinonimo di sofferenza ma motivo di crescita. Le rinascite perché dopo la sofferenza sono riuscito realmente a rinascere, rappresentano un modo per far capire che se ce l’ho fatta io nel mio piccolo ce la possono fare anche gli altri. E’ questo il messaggio che vorrei che arrivasse ai lettori, soprattutto a chi sta vivendo un momento particolare, quello di non arrendersi di ritrovare la fiducia in se stessi e la forza di andare avanti.

Delle tre componenti hanno avuto maggior rilevanza i silenzi perché adesso come dicevo non sono più avvertiti come una sofferenza, sono anzi la parte migliore di me, mi aiutano addirittura a rilassarmi perché attraverso i silenzi ascolto la mia mente, non scaccio più i pensieri negativi, anzi cerco di condividere quello che mi dicono per risolverli, svilupparli o tenerli con me anche se si tratta appunto di pensieri negativi. Dai silenzi oggi mi faccio attraversare, non scappo più.


“ALDILA’ DEL PALCO”… Proviamo ad immaginare e senza pensarci troppo… Il pubblico lascia la sala, la piazza… Le luci si spengono e tu…

Si spengono i riflettori e io sono felice di aver avuto la possibilità di trasmettere la mia arte. Oggi posso dire di essere felice.

 

E con queste parole che fanno da sfondo a pagine di vita di un artista, di un uomo pronto a donarsi completamente al suo pubblico, termina la mia intervista. Un’intervista che ho avvertito diversa dalle altre fatte a lui perché anche in poche risposte ho percepito Antonio. “Oggi posso dire di essere felice”… Una felicità che trova probabilmente la sua realizzazione anche in quest’ultimo lavoro, parole scritte con un inchiostro preso in prestito dall’anima. Applausi, silenzi, rinascite: un unico denominatore. Perché “ALDILA’ DEL PALCO” e… “aldilà del tempo, dello spazio”… Illumini… E che luce!







A cura di Margherita Saporito