Volto di delusione, pagina di scontento e tristezza è tutte quelle volte che ci aspettiamo così tanto da ricevere così tremendamente poco, da rimanere soli, anche nei sorrisi finti che dobbiamo mostrare pur di nascondere qualcosa che non possiamo accettare.

Lo storico Palio dei Quartieri di Cicciano che intrattiene da generazioni grandi e piccini, nella sua veste folkloristica e popolare, si è concluso da qualche giorno nel tripudio finale di una contentezza generale che però ha anche al suo interno, un volto di delusione, una compagine infelice, rammaricata, demoralizzata, da ricercare nell’unico quartiere, il “Castrum”, che tra quelli in gara non si è sentito mai in gioco davvero. Ce lo ha raccontato, in un’intervista, il presidente e tributario, dottor Francesco Tulino:

Com’è andato il Palio dei Quartieri 2025?

“Evidentemente non bene per il nostro quartiere e non solo dal punto di vista della gara, la sconfitta va sempre accettata e rispettata, ma non siamo mai stati nelle condizioni di poter competere con gli altri.”

Cosa non ha funzionato? Qual è dunque la radice del problema?

“Per il Palio dei Quartieri 2025, mi è stato affidato il ruolo di tributario del quartiere “Castrum”, storicamente uno dei più nobili nel paese. Ci tenevo, alla mia prima esperienza in queste vesti, a fare bella figura, rispettando la tradizione vincente. Per la realizzazione della nostra porta cinquecentesca da presentare come di consueto sul nostro ingresso in Piazza Mazzini, ho preferito fare le cose per bene, scegliendo di affidare il compito allo straordinario laboratorio di cartapesta Tudisco, di Nola. Questa azienda è sempre stata garanzia di opere d’arte indiscusse, ammirate da sempre alla festa dei Gigli di Nola. La conoscenza personale di mia moglie e le loro dimostrazioni di bravura mi hanno fatto attendere fiducioso la realizzazione. All’inizio, mentre venivano montate le due torri centrali, c’era già qualcuno che mi diceva che quest’anno avremmo vinto senza rivali, ma purtroppo non è stato così. Alla conclusione dell’opera ci siamo accorti che sul retro l’impalcatura di ferro era rimasta scoperta a differenza delle porte degli altri e per di più a guardarla nel suo complesso la nostra sembrava totalmente sconnessa, in tutte le sue componenti, nelle differenze dei colori, sembravano tanti pezzi diversi, accostati tra di loro, probabilmente rimanenze del laboratorio, ma non un lavoro pensato come avrebbe dovuto essere e come hanno sempre fatto.”

Non vi siete sentiti rappresentati da questa realizzazione? Era un’opinione condivisa da tutti?

“Non aveva un significato comprensibile, i colori non erano in armonia, nulla rappresentava ciò che abbiamo sempre portato al Palio. Abbiamo scelto di non mettere nemmeno davanti alla porta la narrazione della nostra leggenda, perché non ci sentivamo rappresentati, non abbiamo messo nemmeno le luci perché non c’erano forme belle da esaltare né tantomeno colori. È stata una bruttissima figura davanti all’intero paese che si è ricreduto rispetto alle torri iniziali e ha visto quanto era indietro la nostra porta rispetto alle altre. Tutti ne erano consapevoli, anche i giudici architetti che in una media voti di 450/500 punti a noi ne hanno assegnati soltanto 200.”

Avete provato a rimediare? Cosa avete fatto per migliorare la situazione?

“Abbiamo chiamato lo stesso Tudisco, che per due volte è re-intervenuto ma non ha sistemato nulla, il risultato è stata un’umiliazione. Ci ha anche chiamati per scusarsi ma ha comunque voluto che pagassimo l’intera somma di 2000 euro, offrendosi di farlo gratis il prossimo anno.”

Voi sceglierete di nuovo loro per la porta del prossimo anno?

“La delusione è talmente tanta che non sceglieremo di nuovo loro, nonostante la proposta. Vogliamo rifarci alla grande, vogliamo cancellare il ricordo di una delle porte più brutte della storia e stupire tutti.”

Non siete riusciti a godervi proprio nulla del resto della festa? Com’è finita?

“I sorrisi erano soltanto per sdrammatizzare, abbiamo provato a riderci su ma la delusione è stata tanta, siamo partiti indietro rispetto a tutti. L’unico motivo di gioia è stato il primo gemellaggio della storia fatto con il quartiere Li Rosci che alla fine ha vinto. Ci siamo uniti alla loro vittoria per non pensare alla nostra clamorosa debacle.”

Link Video "Porta Quartiere Castrum"...

https://www.facebook.com/tulino.saverio/videos/587806510543079

a cura di Antonio Spiezia