Per le feste di Natale, in esclusiva ai microfoni di “StreetNews Magazine”, si è raccontato a 360° l’attore nolano, nonché amico di vecchia data della redazione, Arturo Sepe. Seguirà la ricca intervista scritta a cui l’artista, con estrema gentilezza e schiettezza, si è sottoposto:
Ciao Arturo, come stai? A quale progetto artistico stai lavorando in questo periodo? Dove ti vedremo prossimamente?
Ciao Nicola, beh, sto su un treno in corsa con un bagaglio stracolmo di emozioni, ma senza una meta precisa e con la consapevolezza che il viaggio stesso è una continua crescita personale. In questo periodo, infatti, sto girando il film “Ritorno a Tora” di Luca Gianfrancesco, che si propone di portare alla luce un tassello inedito della storia del nostro Paese.
Fiction, serie tv, cinema: dove Arturo Sepe si sente più a casa?
In realtà, il mio habitat naturale è il teatro. Dopo il cinema, mi piace rifugiarmi sempre tra le braccia del mio primo amore, tra il calore delle tavole del palcoscenico e il respiro degli spettatori in sala. Sì, è lì che mi sento davvero a casa.
Come direbbe Caterina Balivo, quale è stata la tua “volta buona” e perché?
Bellissima questa (ride, ndr.), beh, lasciami pensare. Se dovessi ricercarne una, mi risulta difficile. In realtà, ogni mia esperienza in ambito artistico è stata “la mia prima volta buona. Forse perché in questo mestiere mi approccio al nuovo lavoro, ogni volta come se fosse la prima volta, quella in cui dai il massimo, perché devi sempre dimostrare qualcosa a te stesso e al pubblico, il tutto con il massimo rispetto verso chi ti segue e ti supporta. Tra tutte, però, c’è una “prima volta più prima” di altre, ovvero “Gomorra – La serie”, che mi ha fatto conoscere al grande pubblico tirandosi poi dietro tutti i lavori che avevo fatto in precedenza ed aprendomi nuovi orizzonti professionali.
Il ruolo che hai interpretato in passato a cui sei più legato? E per quale motivo?
Sicuramente e senza mezzi termini è il Vice Commissario di Polizia e Capo Partigiano Rocco Piscitelli in “Terra bruciata” di Luca Gianfrancesco. È un legame che è stato molto viscerale già dalle prime letture della sceneggiatura, legame che poi è divenuto inscindibile durante e dopo la realizzazione del film. È uno di quei personaggi che ho “vissuto” appieno e che non andrà più via.
Hai dei rimpianti nella tua carriera? Qualche lavoro di cui non vai fiero e che non rifaresti?
No, rifarei tutti i lavori che ho fatto. Sono quelli che mi hanno forgiato, in bene o male non lo so, ma fanno sicuramente parte della mia crescita. Magari oggi li vivrei con un approccio diverso, avendo acquisito negli anni tutt’altra maturità artistica, questo sì. Se non cadi e ti fai male significa che il percorso che stai facendo non merita di essere percorso.
Ti senti soddisfatto del tuo percorso artistico? Vorresti esaudire ancora un desiderio in particolare, con qualche sogno nel cassetto?
I sogni sono il motore di questo mestiere e inevitabilmente della vita stessa. Guai a non avere pieno il cassetto, significherebbe non avere più stimoli. Aspetta, ora lo apro e tiriamo fuori un bel sogno … hai visto mai che rispolverandolo possa avverarsi?! (ride, ndr) Essere diretto da Giuseppe Tornatore, eccolo, con un bel po’ di polvere sopra, ma sempre in cima tra i miei sogni da realizzare.
Ti piacerebbe partecipare a qualche reality show/talent tv per vip? Se sì, a quale e perché?
In verità, questi programmi non fanno parte della mia sfera artistica. Diciamo che ho il cassetto già bello pieno e, anche se cercassi di farli entrare, andrebbero a cozzare con i miei sogni.
Progetti futuri in programma per il 2025?
Se parliamo del 2025, il primo impegno che mi viene in mente è l’uscita nelle sale a febbraio de “L’ultima cosa bella”, opera prima di Luca Luongo che mi vede protagonista assieme ad un cast di giovanissimi ed eccezionali attori. Come ho già accennato prima, in questo periodo sto lavorando sul set di “Ritorno a Tora”, film di Luca Gianfrancesco dove vesto i panni di Alfonso Vega, Brigadiere dei Carabinieri e Comandante della caserma di Tora e Piccilli, dove nel 1943 furono internati un gruppo di ebrei napoletani. Di recente, invece, ho preso parte ad un esilarante cameo nella seconda stagione della fiction di Rai 1 “Vincenzo Malinconico” con protagonista Massimiliano Gallo, con cui ho un forte legame di stima ed amicizia. E ancora, nel 2025 sarò presente in “Sara – La serie”, tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, in onda su Netflix.
Senti di ringraziare qualcuno in particolare, se oggi ti sei affermato nel mondo del teatro, del cinema e della serialità?
Sicuramente sento di ringraziare a chi ha creduto in me e continua a farlo, affidandomi ruoli importanti nei propri film. Ti parlo di registi come Maurizio Casagrande, che mi ha voluto prima nella sua compagnia teatrale e poi nei suoi film. Ringrazio Luca Gianfrancesco che, caricandomi di “responsabilità positiva”, mi ha offerto dei ruoli iconici ed importanti, così come lo stesso Luca Luongo. E ancora, ci sono anche Claudio Cupellini e Sergio Sollima, che mi hanno voluto in “Gomorra”; e poi tutti quelli che hanno riversato la loro fiducia su di me, dai registi agli addetti ai lavori, nessuno escluso. Spero davvero di non deluderli mai.
Un ultimo spazio per te: parla di tutto ciò che vuoi, nei limiti ovviamente!
Potrei parlarvi di mille altre cose, progetti futuri e lavori in fasi iniziali, ma preferisco invitarvi al cinema e a teatro, non necessariamente a film o a spettacoli in cui sono presente, sarebbe una presunzione. Il mio è un invito a vivere la magia della “sala”, del “cinema” e del “teatro”. Non posso assolutamente sentire notizie di sale vuote o addirittura chiuse. Il Teatro e il Cinema da decenni sono garanzia di cultura, viviamoli e nutriamoci assiduamente di essi.
a cura di Nicola Compagnone
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