DISH-IS-NEIN live al Locomotiv Club di Bologna: il 4 ottobre arriva “I Valori della Crisi”


 Sabato 4 ottobre 2025 alle ore 21:00 i DISH-IS-NEIN saranno in concerto al Locomotiv Club di Bologna per presentare il nuovo singolo “I Valori della Crisi” e una scaletta rinnovata di “Occidente, a Funeral Party”, il disco pubblicato lo scorso 25 marzo per Overdub Recordings.

«Manca poco al live al Locomotiv! Torniamo a Bologna dopo quasi 6 anni: stesso palco, ma una storia diversa. Stiamo preparando uno show più intenso, più aggressivo, più oscuro. Questa volta saremo in formazione power trio, con una scaletta costruita ad hoc per l’evento. Oltre a “I Valori della Crisi”, ci saranno nuove sorprese, perché non amiamo ripeterci… per noi, ma soprattutto per VOI. Vi aspettiamo: uniti, attenti, vigili», affermano i DISH-IS-NEIN

“Occidente, a Funeral Party” il nuovo album dei DISH-IS-NEIN disponibile dal 25 marzo su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico, offre una riflessione profonda sui tempi che viviamo, descrivendo un mondo segnato dalla disillusione e dalla perdita di ideali. Con uno sguardo critico sul passato e sul presente.

Il nuovo millennio, universo perdente, nichilista e fallimentare, figlio abortito dell’idea di “società delle culture condivise”, dell’inclusività da copertina, buoni propositi prêt-à-porter da sbandierare quando conta, la “democrazia” dei social media, il senso del possesso a prevalere su qualsiasi cosa: gli ultimi rimarranno sempre tali … e chissenefrega di questi reietti umani … noi volgiamo il nostro sguardo al progresso, il futuro, l’olocausto.

Il piombo prevale sempre, col sangue a sancirne il giusto prezzo da pagare. Il crepuscolo schiaccia qualsiasi speranza di risveglio; siamo in guerra, da sempre, felicemente allineati ai nostri valori, quelli “giusti”, quelli “sani”. Il bene, il male, chi va catechizzato e chi va eliminato, trasfigurato, bullizzato, deriso. Il nemico, ovvero colui che osa mettere in discussione il migliore dei mondi che abbiamo plasmato, lo status quo … bombe e pennelli, slogan e menestrelli.

Un fallimento previsto, annunciato, con buona pace dei fautori di quel “canone europeo” miseramente e rovinosamente fallito da decenni e come ampiamente rimarcato anche in questo primo quarto di secolo del terzo millennio. Del resto, e dopo tutto, siamo ancora schiavi dei liberatori, siamo culla di una morente cultura secolare che, drammaticamente, non riesce ad emanciparsi dal volgare e dozzinale mainstream d’oltreoceano, ancora strangolati da quella cambiale eterna, firmata nel secolo scorso, alla fine della guerra.

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