Un abbraccio caloroso da Piazza Libertà, sotto un cielo intessuto di stelle, ha avvolto ieri sera la trentennale celebrazione del Premio Ragusani nel Mondo. Un giubileo di radici e ali, un inno all'orgoglio di una comunità che, da tre decadi, onora i suoi figli più illustri, disseminati ai quattro angoli del globo. La serata inaugurale, una sinfonia di solennità ed emozione, ha segnato l'apertura di un traguardo storico per la kermesse ideata dall'omonima associazione. L'incipit della manifestazione è stato un momento di sublime armonia: l'ingresso trionfale della Banda musicale della Marina Militare Italiana, la cui esecuzione dell'inno nazionale ha vibrato nell'aria, toccando le corde più profonde di un pubblico commosso e partecipe. Sul palco, condotti con grazia e brio dai giornalisti Salvo Falcone e Caterina Gurrieri, si sono dipanati racconti di vita, memorie cristalline e intime emozioni, in una narrazione che ha saputo fondere passato e presente, radici ancestrali e visioni future. 

Dopo il caloroso benvenuto dei vertici associativi – il presidente Salvatore Brinch, il direttore Sebastiano D’Angelo e il presidente onorario Franco Antoci, affiancati da alcuni membri del direttivo – la serata è entrata nel vivo con le prime, attesissime, onorificenze. I riflettori si sono accesi su figure di spicco, autentici vessilli dell'ingegno ibleo nel mondo: l'oftalmologo Alberto Distefano, emblema dell'emigrazione ragusana negli Stati Uniti, la cui storia risuona come un ponte tra continenti; l'armatore di navi petrolifere Raffaele Brullo, testimone di audacia e visione in alto mare; Mirja Cartia d’Asero, mente manageriale di primissimo piano nel tessuto economico nazionale, la cui influenza si estende ben oltre i confini regionali; Antonino Ferrera, manager di caratura internazionale, esempio di leadership globale. Al loro fianco, la platea ha applaudito imprenditori di successo quali Vincenzo Venniro, Andrea Russo e l'illuminato team di Sisifo, rappresentato dal presidente Giuseppe Piccolo, dall'amministratore delegato Rosario Alescio e dal direttore della centrale di Ragusa, Maurizio Carnazza, tutti artefici di progresso e innovazione. 

Ogni premiazione è stata anticipata da un video-racconto, un caleidoscopio di immagini e parole che ha dischiuso al pubblico il vissuto più intimo dei premiati, trasformando ogni riconoscimento in un'esperienza condivisa. Ad impreziosire ulteriormente i momenti scenici, le evocative performance musicali dirette dal M°Peppe Arezzo, arricchite dalle voci cristalline delle giovani cantanti Beatrice La Rocca e Giorgia Faraone. Un tocco di inattesa magia è giunto dall'esibizione di Francesca Rollo, con una toccante interpretazione dell'"Ave Maria", un inno alla spiritualità che ha avvolto la piazza. La serata è stata ulteriormente sublimata dall'arte incantatrice dell'illusionista Martin, la cui presenza scenica e i giochi di prestigio hanno catturato lo sguardo e la meraviglia del pubblico, intervallati dalla profonda recitazione poetica del talentuoso regista Gianni Battaglia, che ha saputo tessere un filo invisibile tra parole e anima. Dietro le quinte, una macchina organizzativa impeccabile, animata da uno staff coeso e supportata da una fitta rete di partner istituzionali e privati, ha garantito una prima serata all'altezza di un'edizione storica, tessendo una trama di perfezione e dedizione. Il gran finale è stato nuovamente affidato alla Banda musicale della Marina Militare, che ha congedato il pubblico con un repertorio studiato ad hoc per Ragusa, chiudendo con eleganza e maestosità un capitolo che si scolpirà indelebilmente nel cuore dei presenti. 

L'odissea iblea prosegue oggi, domenica 27 luglio, ancora in Piazza Libertà, con una seconda e ultima serata. I riflettori si sposteranno sui giovani talenti, su un premio speciale e, soprattutto, su un commovente momento di amarcord, che vedrà la presenza di una quarantina di ex premiati giunti a Ragusa da tutti e cinque i continenti, proprio per non mancare a questa edizione così singolare. Un'altra tappa di questo lungo viaggio che, da trent'anni, unisce indissolubilmente Ragusa al mondo. 

a cura di Daniela Cecchini