“Blacktar”, composto da 11 tracce, è un concept album in cui ogni brano rappresenta un capitolo del viaggio del protagonista. Il titolo richiama una particolare qualità di eroina, scura e appiccicosa, simbolo della discesa negli abissi interiori di chi ha vissuto tredici anni di dipendenza e dissolutezza. Il disco racconta la lotta per risalire, il percorso verso la liberazione e la difficile ricostruzione della propria identità. Il nuovo lavoro discografico della band è una profonda riflessione sulle sfide emotive e psicologiche che accompagnano il percorso di recupero. Indaga le contraddizioni e i conflitti interiori che emergono quando si cerca di abbandonare una condizione che, pur essendo distruttiva, ha rappresentato a lungo una forma di rifugio o protezione.
Musicalmente, il disco combina elementi di grunge, rock alternativo e influenze sperimentali. La band utilizza una varietà di sonorità, alternando passaggi aggressivi a momenti più melodici e introspettivi. L'uso dell'accordatura in drop D e la presenza di riff di chitarra potenti creano un sound intenso e coinvolgente.
La copertina è ricca di simbolismi che riflettono le tematiche dell’album. L’immagine centrale mostra la punta di una matita che scrive un libro diviso in 11 capitoli, corrispondenti alle tracce del disco: un chiaro riferimento al processo di scrittura della propria storia e al tentativo di riscrivere il proprio destino. Il tutto è racchiuso in un cristallo, simbolo della fragilità della vita ma anche richiamo alle sostanze cristalline, metafora della dipendenza. I filamenti che avvolgono il cristallo evocano i fili di un burattino, a suggerire la sensazione di essere manipolati o intrappolati dalle proprie dipendenze e dai propri demoni interiori.
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