La festa di San Barbato rappresenta uno dei momenti più significativi per la comunità di Cicciano, un'occasione in cui fede e tradizione si incontrano per celebrare il Santo Patrono. San Barbato nacque a Castelvenere, un paesino di Benevento, distante un'oretta da noi. Iniziò a denunciare e combattere le ingiustizie ed i soprusi dei potenti e grazie all'aiuto di Dio, riuscì a convertire al cristianesimo Romualdo, il duca dei Longobardi.

Egli ed il suo popolo erano ancora dediti ad antiche pratiche pagane. Barbato provò di tutto in vano, finché Costante II, imperatore di Costantinopoli, invase l’Italia e giunse alle porte di Benevento, provocando quasi la resa di Romualdo. San Barbato, allora, invitò il duca a fidarsi di Dio: il santo avrebbe pregato per la ritirata dei bizantini.

Le sue preghiere portarono all'apparizione della Vergine Maria sulle mura cittadine, costringendo l'imperatore a ritirarsi e Romualdo si convertì. San Barbato fu così nominato vescovo di Benevento, in modo da guidare i cittadini.

Rifiutò qualsiasi ricchezza e onore, eccetto la chiesa di S. Michele Arcangelo, per poter restituire al culto quella zona devastata dai saccheggi. Il santo morì il 19 febbraio dell’anno 682, all’età di 80 anni.

Le reliquie del suo corpo si trovano presso la Cattedrale di Benevento e parte nel Santuario di Montevergine ad Avellino. San Barbato è stato proclamato protettore di Cicciano nel 1715, dopo aver compiuto guarigioni, liberazioni e favori.

Tra i numerosi eventi miracolosi vi è proprio la protezione del paese durante calamità naturali e momenti difficili. Tutt'oggi il santo viene ricordato ogni 19 febbraio e lungo le strade cittadine sono disseminate diverse edicole ed altri segni che attestano le devozione dei ciccianesi verso il Santo Patrono.

Durante la festa di San Barbato i fedeli partecipano a celebrazioni liturgiche, processioni e altre manifestazioni religiose in onore del santo. Ma oltre l'aspetto religioso, questa è anche un'occasione per la comunità di Cicciano di ritrovarsi e celebrare le proprie radici culturali.

a cura di Attiva Mente