Un incidente di percorso per fermarsi e scoprire un talento. La voglia di raccontarsi, di esprimere ciò che si sente, ciò che si vorrebbe cambiare attraverso l’arte, attraverso la musica. E’ quel che accade al cantautore Luca Blindo, che incontro per caso e, per caso, scopro che ha tanto da raccontare. Propongo un’intervista e Luca, si sa, non si sottrae alle parole e con tanto garbo eccolo pronto a rispondere alle mie domande!
Come nasce la tua passione per la musica e come ha inizio il tuo percorso artistico?
La passione per la musica c’è sempre stata, in famiglia abbiamo sempre avuto un grande amore per l’arte, mia mamma cantava per diletto quindi è una passione che mi è stata trasmessa, mio nonno faceva teatro da giovane. Tutto per me è iniziato in seguito a un episodio spiacevole, ebbi un grave infortunio giocando a calcio, sono stato sulla sedia a rotelle per più di un anno e mezzo. Mentre ero in ospedale ho iniziato a suonare una tastiera che era nella stanza dei giochi e vedevo che mi piaceva, sentivo una spinta forte nel voler comunicare ciò che sentivo, guardavo i tutorial, rimasi colpito, folgorato dal genere rap, dall’hip hop, da quelle sonorità, infatti il primo album che mi capitò di ascoltare fu “41° Parallello” del gruppo “La Famiglia”, ascoltando soprattutto il brano “Odissea” che il gruppo fece in collaborazione con Enzo Gragnaniello, pensai che era ciò che volevo fare anch’io perché dava libera espressione a quello che sentivo. Una volta uscito dall’ospedale, con il progetto “Scuole Aperte” a scuola approfondii con il maestro di pianoforte e questa cosa mi è servita tanto.
La musica anche per comunicare ciò che non va bene, perché ogni messaggio possa arrivare in maniera efficace…
La musica per me ha questa utilità, la mia musica nasce proprio come denuncia sociale, come conseguenza del contesto in cui vivo che è il quartiere “Salicelle” di Afragola (Na), un quartiere sempre un po’ ghettizzato, è stato un quartiere dormitorio, un quartiere in cui però negli ultimi anni grazie alle associazioni sul territorio, grazie anche al mio impegno, grazie alla musica che permette di poter far vedere la luce buona, qualcosa è migliorato. La musica per me è stata sempre una fonte di salvezza, un modo attraverso cui esprimere ciò che non andava su un bit che potesse restare nel tempo, un pezzo musicale rimane anche se passano gli anni, lascia sempre l’immagine e il ricordo di quel momento storico.
Il tuo impegno per migliorare le cose proprio a livello pratico sempre grazie alla musica…
Sì, il mio impegno parte dal 2013 con vari corsi di canto e scrittura creativa che facevo all’interno del quartiere con l’Opera Don Calabria, prendevamo i ragazzi dalla strada che, dopo essere andati a scuola la mattina, venivano da noi il pomeriggio, facevano i compiti e seguivano questi corsi di rap e scrittura creativa attraverso cui trasformavamo le loro idee in musica. Questa cosa l’ho portata avanti nel tempo proprio personalmente perché adesso insegno canto presso varie accademie, tra cui la “Katymen Dance” di Afragola. In questa accademia con la direttrice Mena Di Maso nel 2019 abbiamo fatto un corso di canto e scrittura creativa, oggi nel nostro corso riusciamo a raccogliere ragazzi di un po’ tutta l’area nord di Napoli e non solo, zone che vivono realtà non semplici, creiamo brani su tematiche sociali e ogni anno facciamo uno spettacolo, quest’anno si terrà il 14 dicembre al “Teatro Gelsomino” di Afragola (Na), si chiamerà “CIACK… SI DANZA”, ci alterneremo con film storici che hanno segnato la storia del cinema e tratteremo tematiche sociali, noi con il corso di canto tratteremo i temi della depressione, del razzismo, della violenza, del bullismo e del cosmopolitismo. Sono molto felice perché i ragazzi sono molto entusiasti, si sono impegnati tanto. E’ importante anche dire che noi siamo sempre in contatto con i presidi delle scuole dei ragazzi per essere aggiornati sull’andamento scolastico perché lo studio non venga trascurato.
Numerosi i brani che guadagnano il consenso del pubblico e tanti i riconoscimenti ricevuti. Ce n’è qualcuno a cui sei maggiormente legato e perché?
Ci sono tanti brani a cui sono legato, ma se dovessi citarne uno direi “O’ Quartiere”, perché mi ha dato veramente tanto a livello di consapevolezza all’inizio del mio percorso, un brano che ha suscitato l’interesse delle tv tedesche, ne è nato un reportage, un docufilm: “Salicelle Rap” che racconta la mia vita di ragazzo che affrontava le sue problematiche nella vita di quartiere, a scuola e altro e poi pian piano la realizzazione nel mio percorso artistico, infatti le riprese sono durate 10 anni, la regista è Carmen Tè. Questo docufilm ha vinto un premio a Monaco di Baviera, è stato proiettato in diversi luoghi della Germania e in diverse sale e scuole campane. Tra i vari riconoscimenti sono molto legato al premio “Ambasciatore del Sorriso” ricevuto nel 2016 e a quello ricevuto quest’anno al “Non tacerò Social Fest” perché è arrivato in un momento difficile per me, sottolinea il mio impegno contro la violenza soprattutto delle baby gang, in particolar modo è arrivato in seguito a un episodio in cui ho annullato un concerto perché un mio allievo era stato aggredito da una baby gang, un premio che mi ha segnato tanto, è stato un onore per me riceverlo, perché con un gesto semplice, che dovrebbero fare tutti, ho cercato di dare un messaggio importante.
E ora un nuovo singolo! E’ uscito infatti il 26 novembre scorso su YouTube e tutte le piattaforme digitali il tuo nuovo brano Chi to’ fa fa’. Un nuovo genere musicale: Synth pop un sottogenere della New Wave . Come tu stesso hai detto: “Un ritorno musicale con una ventata di aria fresca”. Me ne parli?
Sì, questa traccia segna il mio debutto ufficiale con la “Hopeland Studio”, è trasmesso da tante radio, tv, sta girando tanto. E’ prodotto da Lord Bart, e come tu hai detto rappresenta un mio cambio di direzione nelle sonorità, una ventata di aria fresca. Mi allontano un po’ dall’hip hop per cambiare un po’ genere. Il brano è un inno verso chi di fronte a tanti Chi to’ fa fa’ non si arrende mai, dà voce a chi spesso subisce la pressione della società e sente il peso di aspettative che spesso sono irraggiungibili, chi di conseguenza si sente avvilito perché magari tante volte per la società se non raggiungi il successo su una determinata cosa sei un fallito. Io penso che ognuno ha i suoi tempi e soprattutto le cose vanno fatte nei tempi giusti, senza inciampare su se stessi. Anche in questo brano esprimo la mia critica alle istituzioni, in esso si riflette anche sulla frenesia della vita moderna e sulle sfide economiche delle periferie, citate frequentemente perché vivo la periferia in prima persona. In questo pezzo c’è soprattutto una riflessione: a un certo punto bisogna fermarsi per dare spazio a ciò che conta davvero, ai valori autentici. Occorrono i tempi giusti affinché possa esserci qualcosa di concreto e duraturo. E poi c’è il video uscito lo stesso giorno le cui riprese e montaggio sono a cura di “Midea Video”, la regia invece è curata da me e Lord Bart.
Un sogno da realizzare?
Affermarmi sempre di più, sperando che questo primo brano che segna questo nuovo percorso sia apprezzato e che il mio messaggio possa arrivare a più persone possibili. Mi piacerebbe affermarmi sempre più a livello nazionale come ho fatto da anni , infatti nel 2019 ho avuto il piacere di curare la sigla per Mara Venier per “Domenica In”, ma vorrei ci fosse una continuità. Il mio desiderio più grande è andare avanti con la musica, fare concerti sempre più grandi e perché no? Mi piacerebbe partecipare al “Festival di Sanremo”.
Cosa senti di dire soprattutto ai giovani che vorrebbero realizzare i loro sogni ma che talvolta magari mollano per le eventuali difficoltà da superare?
Le difficoltà ci sono sempre, in tutti i settori, la cosa importante è mantenere il focus giusto, avere un obiettivo ben ponderato,e soprattutto un background solido, nel senso che sarebbe necessario avere tanta esperienza per affrontare le varie difficoltà. Io per esempio faccio musica da quando avevo 12 anni ma ho pubblicato il mio primo singolo solo a 18. Il consiglio che sento di dare ai più giovani è quello di non avere fretta di fare le cose, capire prima ciò che si vuole trasmettere. Costruire un percorso lungo, duraturo e con delle solide fondamenta.
Progetti futuri?
Nell’arco del 2025 ci saranno nuovi singoli in uscita sempre con la produzione di Lord Bart ma, tra pochi giorni, il 24 dicembre, uscirà un nuovo singolo su YouTube e tutte le piattaforme digitali dal titolo “Oltre il limite”. Ogni anno con la direttrice della “Ketyman Dance” in occasione dello spettacolo pubblichiamo un brano che caratterizza per l’appunto lo spettacolo. Quest’anno ecco “Oltre il limite” in collaborazione con MDM, scritto da me, con gli arrangiamenti curati da Filippo Buccino.
E così termina quest’intervista, spero giunta nel tempo giusto!
Perché se no… Chi to’ fa fa’!.
“Le cose vanno fatte nei tempi giusti, senza inciampare su se stessi “… Come fa Luca che, partendo dalla periferia guadagna un consenso sempre maggiore.
Pian, piano, travalicando i confini con “una ventata di aria fresca”! Una ventata di aria fresca che se arriva per giusta causa, stranamente riscalda!
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